Bressanone, mons. Tomasi ordinato vescovo. 6 ottobre ingresso a Treviso

Don Michele Tomasi, bolzanino di 54 anni, finora vicario episcopale per il clero della diocesi di Bolzano-Bressanone, sabato 14 settembre è stato ordinato vescovo di Treviso nel duomo di Bressanone, gremito da 17 tra arcivescovi e vescovi, oltre 230 sacerdoti della Chiesa altoatesina e di quella trevigiana, rappresentanti delle istituzioni, familiari e amici del neovescovo, fedeli giunti da varie parti dell’Alto Adige e dal Veneto. A presiedere la celebrazione è stato il vescovo diocesano Ivo Muser, concelebranti l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e il vescovo emerito di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, predecessore di Tomasi.

“Don Michele, il Signore sia la tua forza, la tua bussola e la tua gioia – ha augurato nell’omelia monsignor Muser – tu sei chiamato ad essere un segno e uno strumento efficace dell’unità per la tua nuova diocesi.” Muser ha esortato Tomasi a portare sempre con sé “le tre raccomandazioni che papa Francesco fa ai nuovi vescovi: incantare e attirare, iniziare alla fede, accompagnare il Popolo di Dio.”
E ha ricordato che ogni vescovo “è chiamato ad agire per la Chiesa e la società, secondo quanto esige il Vangelo.”Non poteva mancare un riferimento all’Alto Adige: “Caro don Michele, in occasione della tua nomina a vescovo – ha aggiunto Muser – ti ho augurato di non dimenticare le tue radici. Oggi, nel giorno dell’ordinazione episcopale, ti ringrazio per esserci e per i tuoi 21 anni di sacerdozio tra di noi. Prendi con te le tue radici, cresci con esse nel nuovo incarico e mettiti in viaggio con gioia e speranza, accompagnato dalle tue esperienze, dal cammino che hai percorso assieme a noi nella diocesi di Bolzano-Bressanone, e ora soprattutto accompagnato dalla preghiera e dall’attesa delle persone nella nuova diocesi di Treviso, che dovrà diventare la tua casa.” In vista di questo viaggio, “interiore ed esteriore”, Ivo Muser ha donato a Michele Tomasi una reliquia, una vertebra del beato Josef Mayr-Nusser: “Dovrà essere un segno di unione tra le nostre diocesi. Avrebbe una fote valenza simbolica – ha auspicato Muser – se questa reliquia potesse trovare posto accanto alla tomba del beato Enrico da Bolzano, che è collocata nella tua futura cattedrale: il nuovo vescovo di Treviso accompagnato dall’intercessione dei due beati, che proprio come te sono originari di Bolzano.
“Rifacendosi proprio all’esempio di Mayr-Nusser, il vescovo Muser ha ribadito che “niente e nessuno può essere confuso con Dio o essere messo al suo posto: nessuna ideologia, nessun popolo, nessuna lingua, nessun Paese, nessuna cultura, nessuna guida politica o religiosa. Questa è la posizione di Josef Mayr-Nusser, che ha detto un chiaro no al regime nazionalsocialista, non ha abbandonato il sì a Dio e alla dignità della persona.“ Da qui la convinzione del beato, richiamata da Muser: “Chi si impegna seriamente nella distinzione tra il bene e il male non seguirà più ciecamente la massa, le mode predominanti, gli slogan superficiali e populisti. Caro vescovo Michele – ha concluso Muser – ti accompagni nel tuo ministero questo nostro beato credibile, provocatorio e scomodo! Ti aiuti a vivere con coerenza ciò che oggi prometti, che oggi il Signore stesso ti dona e che la Chiesa ti affida.”

Nel suo primo saluto da vescovo, monsignor Tomasi ha voluto rimarcare il grande dono “di poter essere ordinato vescovo in questa chiesa cattedrale di Bressanone, nella quale già ho ricevuto la grazia dell’ordinazione diaconale e presbiterale” per essere poi accompagnato “dalla presenza e dalla preghiera del vescovo Ivo e di tanti compagni di viaggio, in questi anni in cui in questa diocesi ho ricevuto la vita e la fede, in famiglia, con i tanti amici, nelle parrocchie, in seminario, in curia.” Tomasi ha poi voluto sottolineare di essere cresciuto in una diocesi “che impara quotidianamente ad ascoltare la Parola di Dio nella lingua, nella cultura, nei ritmi, nelle luci e nelle ombre degli altri, dei tedeschi, dei ladini, degli italiani e ora anche di tutti coloro che bussano alle nostre porte.” Il neovescovo ha aggiunto che in questa diocesi ha imparato “che l’incontro fiducioso con le persone, nel nome del Signore, porta a tutti ricche benedizioni, al di là di ogni differenza o incomprensione.” Tomasi si è poi rivolto ai sacerdoti e ai fedeli giunti da Treviso: “In questa celebrazione avete potuto gustare un poco della mia storia, del mondo da cui provengo e dal quale vengo a voi, con trepidazione ma anche con gioia. Verrò presto, portando tutto me stesso e desideroso di conoscervi e di farmi conoscere, di incontrare la vostra esperienza di fede e di vita cristiana portandovi con semplicità la mia, per camminare insieme e insieme essere chiesa di Cristo, fedele al Vangelo.” 

Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia (presidente della Conferenza episcopale del Triveneto) ha ricordato nel suo intervento che il ministero episcopale è tutt’altra cosa rispetto a un ufficio civile: “È un servizio essenzialmente pastorale, il vescovo è mandato da Gesù per servire, guidando; così deve anche esporsi in prima persona, sapendo di poter confidare sui tanti doni di grazia, di umanità, di santità e di competenze della sua Chiesa.“ Il Patriarca ha rimarcato che “il servizio episcopale si esercita in modo sinodale, tanto nella Chiesa universale quanto in quella particolare; richiede capacità d’ascolto e di discernimento evangelico ma anche assunzione di responsabilità personale.“ E infine ha ricordato a Michele Tomasi che, “ricco della tua storia personale e di quella della Chiesa di Bolzano-Bressanone, in cui hai vissuto sinora, tra pochi giorni entrerai in un’altra Chiesa, quella di Treviso, che ha a sua volta una grande storia, carica di fede e di carità, una Chiesa dotata di profondo senso di Dio e dell’uomo che possiede tanti doni e di carismi. Sappili riconoscere.“

Monsignor Tomasi da oggi non è più incardinato nella diocesi di Bolzano-Bressanone e farà il suo ingresso ufficiale a Treviso domenica 6 ottobre.

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