Addio a mons. Dino De Antoni, arcivescovo emerito di Gorizia

Un uomo «di grande cuore, saggio, umile, buono, attento alle persone e alle comunità»: con queste parole l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, ha voluto ricordare il suo predecessore, monsignor Dino De Antoni, che si è spento il 22 marzo 2019, alle prime luci del giorno all’età di 82 anni. L’arcivescovo emerito di Gorizia è morto presso la Comunità sacerdotale del capoluogo isontino dopo una malattia che si era palesata la scorsa estate.

La notizia della sua scomparsa ieri ha scosso la comunità diocesana, dalla quale De Antoni, da emerito, non aveva voluto allontanarsi e nella quale aveva chiesto di poter rimanere anche dopo l’estremo saluto: secondo sua esplicita volontà, infatti, verrà sepolto in Cattedrale nella cripta dei vescovi, accanto ai suoi predecessori. Le esequie verranno celebrate nella Chiesa del Sacro Cuore di Gorizia lunedì 25 marzo alle 15.30.

Nato a Chioggia il 12 luglio 1936 e ultimogenito di dodici figli in una famiglia di pescatori, era stato ordinato prete il 23 ottobre 1960 e aveva conseguito la laurea in Diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense. Aveva poi ricoperto diversi incarichi, tra i quali anche quelli di canonico penitenziere, promotore di Giustizia del Tribunale ecclesiastico diocesano e di quello regionale Triveneto. Dal 1981 era stato poi arciprete della Cattedrale di Chioggia e dal 1988 il vescovo Sennen Corrà lo volle vicario generale. In questo incarico venne confermato anche dai vescovi Alfredo Magarotto e Angelo Daniel.

Il 2 giugno 1999 fu chiamato a succedere ad Antonio Vitale Bommarco come arcivescovo metropolita di Gorizia: venne ordinato il 15 settembre successivo a Chioggia. Il 26 settembre 1999 faceva il suo ingresso a Gorizia, che aveva guidato fino al 28 giugno 2012 facendosi apprezzare per la sua capacità di essere un pastore tra la gente. È stato anche membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione di religione «Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena» della Cei. Dal 13 settembre 2011 al 29 maggio 2012 era stato anche Presidente della Conferenza episcopale triveneta. Da emerito aveva scelto di restare a vivere a Gorizia. Nell’ultimo periodo, a causa dell’aggravarsi della malattia, aveva dovuto stabilirsi nella casa del clero.

È stato «un uomo di fede profonda come ha dimostrato affrontando con completo abbandono alla volontà di Dio gli ultimi pesanti mesi della malattia, pieno di riconoscenza per il dono della vita e, soprattutto, del sacerdozio e dell’episcopato – scrive Redaelli in una nota pubblicata sul sito della diocesi isontina –. Personalmente ho un forte debito di riconoscenza verso monsignor De Antoni per il suo essermi stato vicino da “fratello maggiore” con stima, affetto, grande discrezione e saggi consigli. Un grande esempio per me di come si può essere vescovo secondo il cuore del Signore».

La diocesi lo ricorderà con una Veglia di preghiera in Cattedrale, mentre la camera ardente è stata allestita nella cappella della Comunità sacerdotale.

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